Festività celtiche

I Celti usavano contrassegnaro lo scorrere del tempo durante l’anno per mezzo di due tipi di croci, che simboleggiavano i cicli solari e lunari. Il ciclo solare era associato ad una croce a bracci ortogonali e simmetrici, mentre al ciclo lunare veniva associata la tipica Croce di Sant’Andrea.

Le festività solari erano connaturate allo scorrere delle stagioni: solstizio d’inverno (22 Dicembre), equinozio di primavera (21 marzo), solstizio d’estate (21 giugno) e infine equinozio d’autunno (23 settembre).

Le quattro festività lunari erano, invece, legate al mondo bucolico e pastorale. Beltaine, festa di primavera con ricorrenza a fine aprile, inizio maggio. Imbolc od Oimelc, ad inizio febbraio, connessa all’allattamento delle pecore. Lughnasad, festa d’estate celebrata il primo giorno d’agosto. Samhain, festa celtica dei morti onorata il primo di novembre. Quest’ultima festa celebrava non solo l’inizio dell’inverno, ma anche l’inizio del nuovo anno. Secondo la cultura celtica era questa la notte in cui il Sidhe apriva le sue porte e permetteva agli spiriti dell’Aldilà di incontrare gli esseri umani.

Fra tutte le ricorrenze, sia legate al ciclo lunare sia a quello solare, le due più importanti erono sicuramente Samhain e Beltaine.

Ciò è facilmente giustificabile se pensiamo che il mondo celtico poneva allevamento, pastorizia e caccia al primo posto nella scala della sopravvivenza, e che il bestiame rivestiva ciò che di più importante poteva riflettersi nella quotidianità. Mentre a Samhain la maggioranza dei capi di bestiame veniva rinchiusa nei recinti per svernare, e la restante parte veniva macellata, nella speranza che il freddo permettesse una conservazione delle carni sufficientemente lunga, a Beltaine avveniva l’opposto: le mandrie venivano lasciate libere di pascolare e di riprodursi.

Imbolc

L’anno celtico era diviso in due metà e le due “porte” della natura (rappresentate da Samhain e Beltane) introducevano rispettivamente alla parte oscura dell’anno e alla parte luminosa. Imbolc, che per tradizione si celebra nella notte fra il 31 Gennaio e l’1 Febbraio, scandisce il tempo intermedio fra buio e luce. In tale occasione viene festeggiato l’arrivo della primavera. La scelta del primo giorno di Febbraio può sembrare anomalo, ma ciò è presto spiegato se si considerano le “concezioni spirituali” più profonde degli antichi Celti, per i quali ogni cosa iniziava nell’oscurità e veniva generata nei luoghi più intimi e nascosti, nel ventre profondo della Dea.

Imbolc è detta anche “festa del latte” poichè la celebrazione coincide con il primo fiorire del latte nelle mammelle delle pecore, circa un mese prima della stagione della nascita degli agnelli. Questo sottile segnale di ritorno della fertilità era il primo di una serie di eventi che annunciavano il rifiorire della vita sulla terra e, per i celti, segnava l’inizio di un nuovo ciclo di attività.Il nome Imbolc si fa derivare da “m(b)lig” (latte) e significa pressapoco “lattazione”. La festa era chiamata anche Oimec (Oimealg in forma moderna), termine che deriva dal celtico antico “Ouimelko” (latte della pecora).

Beltaine

C’è chi la chiama Beltaine, chi Bealtain o Beltane, nell’est Europa si è soliti chiamarla Beltine. Nota come il Calendimaggio del folklore, i pagani la chiamano anche “Walpurga” oppure, nei Paesi anglofoni, May Day (Giorno di Maggio). Tale festività viene celebrata nella notte tra il 30 Aprile e l’1 Maggio (la scelta del tramonto è dovuta al fatto che i Celti salutavano il giorno nuovo a partire dal tramonto del sole).

Per le popolazioni celtiche Beltaine segnava il tempo della fine dell’inverno ed il conseguente inizio della “metà luminosa dell’anno”, ed era la grande festività dedicata ai riti di fertilità e alla propiziazione dei futuri raccolti. Ogni fuoco all’interno delle case veniva spento in questo giorno, e nel centro del villaggio veniva preparato un grande falò rituale, con la cui fiamma venivano riaccesi i fuochi domestici. Il falò rappresentava il sacro fuoco di Bel o Belenos, importante dio celtico con attributi solari (che viene spesso associato al dio greco Apollo); “bel” sta a significare “brillante” e porta la stessa radice di Belisama, la Sublime Dea “molto luminosa”.Lo ritroviamo nelle Gallie, in Britannia e in Irlanda, dove prende anche i nomi di Beli e Bile; quest’ultimo in gaelico significa “grande albero sacro”, ed infatti era tradizione celtica, proprio per tale occasione, innalzare il Palo del Maggio adorno da strisce di stoffa colorate.

Lughnasad

In Agosto ricorre la festività celtica e pagana di Lughnasad, una festa di ringraziamento per il raccolto che viene chiamata anche “Festa del Grano”.

“Lughnasad” (che troviamo scritto anche come “Lughnasadh” o “Lughnasa”, e in Irlandese moderno “Lùnasa”, il nome gaelico del mese di Agosto) è una festività che la tradizione celebra indicativamente il primo giorno di Agosto. Nei paesi celtici del Nord Europa questo è il periodo del raccolto dei cereali; In tali zone, infatti, la maturazione avveniva più tardi. Lughnasad era una delle quattro feste principali della religione celtica, l’ultima grande festività del calendario, e il suo nome significa “commemorazione o assemblea di Lugh”. Secondo la mitologia celtica Lugh era il dio del Sole, e veniva anche chiamato con gli attributi onorifici di Lamfada, “dio dal Lungo Braccio” (una rappresentazione del raggio solare) e Samildànach, “dio dalle molte arti”. Venerato poichè abile in ogni arte conosciuta, di cui è anche divino ispiratore, in questa particolare festa era celebrato come distributore di ricchezze. Per i popoli antichi queste ricchezze erano cibo per tutti, il “pane quotidiano”.

Sahmain

Samhain è un termine che deriva da “sam-fuin”: fine dell’estate. Tale ricorrenza veniva festeggiata nella notte a cavallo fra l’ultimo giorno di Ottobre e il primo di Novembre. Per i Celti questa festività segnava il Capodanno Celtico, importante momento di passaggio nel calendario agricolo e pastorale, legato al ciclo delle stagioni. Era questo infatti il periodo in cui la terra, dopo aver dato i suoi frutti, si preparava al rigido inverno: i rituali celtici prevedevano il ringraziamento per il raccolto e la preparazione spirituale al ciclo successivo (semina).Un’altra motivazione per cui la festa di Samhain era considerata così importante è che in questo giorno si aprivano le porte fra il Regno dei vivi e aldilà, un “aldilà” territorio del fatato, del divino e residenza dei defunti. Nella notte di Samhain secondo la tradizione celtica cadevano le barriere: vivi e morti potevano passare dall’uno all’altro dei due Regni.

Nel giorno di Samhain i Druidi erano soliti svolgere dei rituali sacri, derivanti da tradizioni pagane e sciamaniche di origine indoeuropea. Le celebrazioni sacre avvenivano nelle foreste, presso fonti e sorgenti e nei siti megalitici.

 

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