Lo sciamanesimo è la pratica spirituale più antica conosciuta dall’uomo. Nella forma tradizionale è un sistema di credenze e comportamenti presente all’interno di diversi tipi di culture.
Lo sciamanesimo e’ un antichissimo ma ancora usato sistema di conoscenza e di guarigione. Shaman e’ un termine tunguso, popolazione nomade siberiana e del centro Asia, e significa in sostanza “uomo di conoscenza”. Lo sciamanesimo e’ un fenomeno transculturale. Si trovano analogie con termini simili in tutta la faccia della Terra: Indonesia, Africa, Australia, America (Saman = tunguso; samana = lingua pali; sramana = sanscrito; cha-men = cinese; samane = in tocarico; etc.).
Si potrebbe anche dire che lo sciamanesimo e’ una mappa che serve a descrivere la realtà ordinaria (quella del mondo sensibile) e la realtà non ordinaria, ovvero quella del mondo extra sensoriale (possiamo semplificare riferendoci a ciò che siamo abituati a chiamare mondo spirituale). Ma va precisato che lo sciamanesimo non è una religione ma una via di rivelazione diretta, ovvero non mediata da altri se non dalla propria personale esperienza del sacro. Lo sciamanesimo non e’ una religione ma una emersione di poteri extrasensoriali, e si presenta, in religioni e culture diverse, sempre allo stesso modo. Mentre i riti sono un fatto culturale, antropologico, lo sciamanesimo sembra corrispondere a fenomeni paranormali, parapsicologici.
I Celti dicevano che il Druido era ‘un uomo di talento’ e mettevano i sensitivi in una categoria a se’, li selezionavano fin da bambini e poi li facevano addestrare da sensitivi simili per dodici anni, e lo stesso facevano gli Etruschi; abbiamo molte analogie tra i Druidi e gli Auguri etruschi. Lo sciamano e’ un uomo diverso dagli altri, che ha sviluppato poteri sottili, e’ uno specialista dell’anima che fa esperienze d’anima. Per anima intendiamo una facolta’ che trascende il corpo e la mente ordinaria.
Lo sciamano e’ innanzitutto colui che comunica con gli spiriti, e conosce dunque gli stati modificati di coscienza: la trance, cioe’ la perdita della propria identita’ corporea e mentale per attivare la comunicazione e l’estasi, ma in modo consapevole e controllato. Lo sciamano ha sempre il controllo della situazione e quando vuole può fare facilmente ritorno nello stato ordinario. E’ come se camminasse tra due mondi.
Allo sciamano ci si rivolge per gravi situazioni d’anima: la malattia, la morte, il colloquio con i defunti, la sorte della tribu’, la conoscenza del futuro.
Per gli antichi, anche la malattia e’ una conseguenza dell’anima, che procura uno squilibrio di energie anche nel corpo, causata da una trasgressione alla legge divina. La malattia e’ la perdita di parte del principio vitale, l’anima o una parte di essa fugge via e lo sciamano deve andare a riprenderla, perche’ l’uomo, senza la sua interezza, puo’ ammalarsi e morire.
I compiti dello sciamano sono molti: protegge la vita e la salute del gruppo, aiuta la fecondita’ della terra e delle donne, difende il mondo della luce contro le tenebre, lotta contro le potenze del male, e’ un operatore del Bene, conosce la morte (per averla sperimentata ritualmente), e’ un viaggiatore interdimensionale. Egli apre le sue percezioni a un livello superiore, vede e sente cose che sfuggono alla maggior parte degli uomini, comunica
con entita’ disincarnate, spiriti, animali, demoni, defunti, forze della natura, animali, vegetali e minerali.
Già al tempo dei cacciatori nomadi del paleolitico, nelle antiche cerimonie lo sciamano aiutava la comunità propiziando la guarigione e indicando dove avrebbero trovato gli animali. Le pitture di Lascaux rappresentano proprio trance sciamaniche relative alla caccia.
Strumento per eccellenza dello sciamano è il tamburo, uno degli strumenti piu’ antichi del mondo. Si sono trovate bacchette di tamburo, di osso, risalenti a oltre 50.000 anni fa.
In tutte le culture native, lo sciamano gode di grande stima, i suoi poteri sono gratificati e ampliati dal riconoscimento sociale, egli e’ un benefattore, riverito e temuto; quando le sue capacita’ sono individuate, spesso nell’infanzia, ci sono per lui maestri che lo sorreggono e lo aiutano nel suo cammino, indirizzando i suoi passi su una via iniziatica e ampliando i suoi poteri, creando per lui forme di protezione sia ambientale che spirituale.
Nel mondo occidentale tutto questo è venuto a mancare. La chiesa si e’ andata nel tempo progressivamente inaridendo, proponendo un modello di sacro mediato dal potere e dal controllo sulle coscienze, decadendo in forme sempre piu’ vuote e di pura esteriorita’. L’ambito della chiesa non coincide piu’ con l’ambito del sacro, anzi chiesa e corporazioni scientifiche e culturali combattono una stessa battaglia contro tutto cio’ che esula dal loro controllo. Per questo, lo sciamano occidentale non solo non trova una collocazione “onorevole” nell’attuale sistema ma e’ spinto a nascondere i suoi poteri o a doversene vergognare.
Se cerca di aiutare gli altri puo’ essere incriminato per l’esercizio abusivo della professione medica, se ha visioni viene preso per pazzo, se possiede la veggenza, si ride di lui. Tuttavia, anche nel “perduto” Occidente esistono uomini e donne che diventano sciamani a volte dopo vicende personali dolorose, eventi traumatici, morti da cui e’ stato possibile il ritorno. A volte semplicemente per nascita perche’ la natura li ha creati diversi, come ha sempre fatto da milioni di anni.
Qualunque sia l’evento che ha modificato le sue coordinate cognitive (malattia, depressione, lutto, trauma, pericolo di morte), o anche nel caso che sia un sensitivo naturale, le sue capacita’ non trovano una via di apprendistato precostituita, in cui egli possa essere individuato e protetto e possa avanzare in un cammino di sapere, cosi’ da contestualizzare le sue capacita’ e svilupparle in modo coerente. La prima difficolta’ e’ che non trova maestri. La seconda e’ che non viene accettato e deve guardarsi dalle leggi e dalle autorita’ perche’ puo’ essere perseguitato. Egli deve infatti sviluppare facolta’ che il sistema disconosce (sia quello scientifico che quello religioso). In Occidente anche le grandi religioni hanno rigettato la spiritualita’ e attaccano non solo gli sciamani ma anche i mistici (si veda la persecuzione contro Padre Pio e di tutti gli altri “sensitivi” e veggenti legati alle visioni mariane) come menzogneri: i grandi sistemi di potere vogliono mantenere l’sclusiva della “cura” spirituale e rifiutano la ‘visione’ come evento incomprensibile e inaccettabile.
Eppure possiamo dire che, malgrado tutte queste difficolta’, lo sciamanesimo resta vivo anche oggi, anche se permane l’ombra di un lunghissimo periodo storico in cui si fece di tutto per eliminarlo. I tempi dell’Inquisizione non sono lontani e l’integralismo delle tre religioni monoteiste non si e’ ancora depurato da una ortodossia feroce e sempre meno spirituale, che nei dotati dello spirito ha visto i propri maggiori nemici. La Chiesa non tollera nemmeno il colloquio con gli angeli o con le anime dei defunti ed e’ molto scettica sulle guarigioni straordinarie e gli eventi paranormali.
Padre Pio si presenta come uno sciamano moderno che possiede la visione dei demoni, la chiaroveggenza, il potere della conoscenza e quello della guarigione, e’ un operatore dello Spirito, eppure il suo stesso ordine francescano nei suoi gradi piu’ alti si e’ mostrato come l’operatore della Materia, del Denaro e dell’Avidita’. La pastorella di Fatima, che sopravvive ai due compagni e continua a vedere la Madonna, viene frettolosamente sotterrata in clausura e nemmeno le consorelle sanno dei messaggi, nessuno le chiede delle sue visioni e quando lei stessa insiste per parlarne col Papa, Wojtila si nega e la indirizza al suo vescovo. Quando il Papa incontra l’unica sopravvissuta delle visioni miracolose, si guarda bene dal parlarle e si limita a benedirla senza ascoltarla. La Chiesa guadagna molto denaro e prestigio da Fatima, ma il miracolo di Fatima la imbarazza.